8^ Assemblea Annuale (Convention), Roma - feb. 2011

  

          ROMA, 27 febbraio 2011

      La Custodia del Grifo Arciere ha celebrato, presso il Centro Logistico del Comando Generale della Guardia di Finanza di Roma, la "8^ Convention" dell'Associazione.

 

Gentili Madrine e Custodi,

Domenica 7 marzo u.s. si é felicemente conclusa con successo, secondo l’ormai consolidata tradizione, ma soprattutto con una importante partecipazione di Custodi (72 unità compresi i ragazzi !!!), la nostra prima riunione del 2011, che ha coinciso con la "8^ Assemblea (Convention) annuale della Custodia del Grifo Arciere", indetta in ottemperanza a quanto previsto dall'art. 2 dello Statuto associativoPurtroppo, anche quest’anno l’epidemia di influenza ha creato notevoli vuoti nelle file dei partecipanti che avrebbero potuto raggiungere una cifra veramente ragguardevole. Ma le ragioni dello Statuto impongono questo periodo e bisognerà pertanto abituarci a tali inevitabili situazioni.

Quest’anno, a somiglianza di quanto già effettuato lo scorso anno, abbiamo voluto conferire alla assemblea annuale una maggiore solennità e visibilità. Per questo motivo la 8^ Convention è stata organizzata nuovamente in una sede di prestigio, come quella rappresentata dalle infrastrutture del Comando Generale della Guardia di Finanza a Roma (Centro Logistico di VILLA SPADA) e la mattinata è stata completata con la visita al Museo Nazionale degli Strumenti Musicali, sempre a Roma.

Di seguito le principali note di viaggio delle nostra ultima escursione.

 


 

Domenica 27 febbraio 2011

 

La riunione della maggior parte dei partecipanti é avvenuta in perfetto orario per le ore09.00, presso il Centro Logistico di Villa Spada, dove hanno potuto parcheggiare le rispettive autovetture. Usufruendo di due autobus messi a disposizione dal Comando del Quartier Generale, tutti i partecipanti si sono quindi portati nel centro di ROMA, in Piazza S. Croce in Gerusalemme, presso il complesso della ex Caserma “Umberto 1°”, del 1903, vecchia sede del reggimento Granatieri di Sardegna, sede oggi di un importante complesso mussale. Arrivati con un certo anticipo sull’orario convenuto con la direzione del Museo, i convenuti ne hanno approfittato per completare la visita alla Chiesa di S. Croce in Gerusalemme, che era stata l’oggetto delle precedente Operazione “Viaggio nella Memoria”,del dicembre scorso. Alle ore 10.15 in punto, ha in effetti avuto inizio la visita programmata al Museo Nazionale degli Strumenti Musicali, che si  trova ospitato nella Palazzina Samoggia del complesso museale suddetto.

 


 

Un po’ di storia

Il Museo Nazionale degli Strumenti Musicali di Roma, è - per ricchezza e pregio degli esemplari conservati - il maggiore istituto europeo di questo tipo. I reperti esposti, di varia provenienza - dall'estremo oriente ai siti archeologi dell'Etruria meridionale, sono distribuiti lungo un arco cronologico amplissimo, che spazia dall'epoca tardo-ellenistica al XX secolo. Il corpo di tutto il Museo si basa su una parte (3 mila pezzi) della immensa collezione del tenore collezionista Evangelista Gorga (1865-1957) di Broccostella (FR), acquisita dallo Stato nel settembre 1949 e sui resti recuperati di un’altra collezione, quella del gesuita tedescoAthanasius Kircher (1620-1680), andata in gran parte dispersa dopo la conquista di Roma nel 1870, al quale sono stati aggiunti successivamente pezzi di enorme valore, come la celeberrima Arpa Barberini ed il pianoforte di Bartolemeo Cristofori del 1723.

La struttura del Museo si articola oggi in un piano terra di ingresso e depositi ed in due piani, dei quali solo il 1° risulta visitabile (18 sale nelle quali sono esposti oltre 840 strumenti). Il 2° piano risulta ancora in allestimento e sarà interamente dedicato al 19° e 20° secolo. Il materiale è stato esposto con un criterio di presentazione misto, ovvero per tipologie(archeologici, popolari, militari, meccanici, ecc,) o secondo una classificazione cronologica(dall’11° al 18° secolo e qualcosa del 19° secolo).

Per motivi organizzativi i partecipanti sono stati suddivisi in due gruppi che hanno iniziato la visita in contemporanea, rispettivamente a partire dalla sezione per tipologie (sale 1-9) e dalla sezione cronologica (sale 10-18)

 


 

La visita

Nel pianerottolo di accesso alle due sezioni è sistemato uno strumento musicale di fantasia, del 1898, di Carlo Bugatti (1885-1940), fratello del più famoso costruttore di automobili, accostato ad uno strumento “rumoristico” denominato “ciac-ciac”, realizzato nel 1915 dal pittore futurista Giacomo Balla. Fra gli altri reperti presenti sul pianerottolo, va ricordato il corno Cazzani-Kalison, dono del cornista Domenico Ceccarossi.

La 1^ e 2^ Sala sono dedicate all’archeologia e presentano una interessante collezione di reperti metallici, in terracotta ed in osso: campanelli in bronzo, fischietti di terracotta, strumenti a percussione, come sistri, crotali e sonagli.  Nella 2^ sala si può ammirare un corno fittile di epoca falisca, una specie di “gong” di bronzo con il quale si avvisava dell’apertura e della chiusura degli stabilimenti termali e la sala è completata da statuine in terracotta e lucernecon rappresentazioni di strumenti dell’epoca.

La 3^ Sala è dedicata agli strumenti extra europei. Raccoglie esemplari di strumenti provenienti da tutte le parti del mondo: Asia, America ed Africa. Strumenti a corde dell’India e della Persia; organo a bocca del Laos; oboe, flauti e chitarre cinesi; tamburo a clessidra, flauti e cetre del Giappone; chitarre spagnole corni peruviani, mascella di asino afrocubana, charango (chitarrino), qualcuno con cassa armonica costituita da un carapace di armadillo, del Sud America; arpette, cetre, lire, tamburelli corni d’avorio ed uno strumento a corde su una cassa armonica costituita da una noce di cocco dell’Africa. Di notevole interesse in questa sala un kemantsche o ribechino turco-persiano del 16° secolo in ebano e tartaruga ed un quanun(uno strumento a 63 corde ricordato nelle Mille e una notte).

La 4^ sala è dedicata agli strumenti popolari, con reperti napoletani, sardi, alpini, oltre a strumenti popolari slavi, russi e spagnoli. Particolare interesse ha attirato la panoplia degli strumenti popolari napoletani: traccheballacche, il putipù, il tric e trac (raganella), lacaccavella, oltre a numerosi mandolinimandoloni e tamburelli. Fra i mandolini vale la pena ricordare l’elegante mandolino liberty, realizzato a Napoli e la mandola/mandolino, costruita in un unico blocco (double face), per l’esigenza di un suonatore ambulante. Fra gli altri strumenti, le launeddas sarde, le nacchere, l’ocarina, la cetra da tavolo, la ghironda (o lira da orbo), strumento popolare molto diffuso nel 1400.

La 5^ sala è dedicata all’invenzione del pianoforte. Vale la pena ricordare che un italiano,Bartolomeo Cristofori (1655-1732) è universalmente riconosciuto come l’inventore del pianoforte ed è a lui che si deve il passaggio dal cembalo, corda pizzicata al pianoforte vero e proprio con le corde percosse da un congegno meccanico a  martelletto. Il pezzo forte della sala, oltre a pianoforti rettangolari settecenteschi europei (inglesi, francesi italiani e tedeschi), è rappresentato dal pianoforte a coda del 1722 del Cristofori (gli altri due esemplari esistenti si trovano rispettivamente a New York, del 1720 ed a Lipsia del 1726).

La 6^ Sala riguarda gli strumenti da viaggio o da trasporto. Con una interessante serie di strumenti per uso domestico: violini per maestri di ballo (pochette) o all’aria aperta (corni da caccia, flauti, clarinetti, clarinetti e violini bastone). Fra gli strumenti da trasporto vanno ricordati l’eccezionale cembalo “piegatorio” di Carlo Grimaldi del 18° secolo, a tre sezioni ripiegabili, l’arpa per suonatore ambulante, diverse chitarre, mandolini napoletani, ghironde e lire chitarre settecentesche, così come l’organo da processione del 1688 e l’harmonium portatile a due tastiere.

La 7^ sala concerne la musica militare, composta, evidentemente, da strumenti a percussione o a fiato. Si è così scoperto che l’abitudine delle bande musicali di presentare una specie di “padiglione cinese”, specie di bastone dotato di campanelli o di sonagli o da una specie di xilofono, deriva dai Turchi. In effetti questo apparato costituiva per gli Ottomani un vessillo per gli alti dignitari dello stato. Nella sala si possono ammirare due di questi “padiglioni”, di cui uno austro-ungarico, con comando meccanico dei campanelli. Fra gli strumenti a fiato vale la pena ricordare i corni, le cornette, i serpentoni da cavalleria (impiegati fino all’ottocento) di legno scavato, i cimbassi o “bass horner” e naturalmente i tamburi.

L’8^ sala è dedicata alla musica religiosa. Campane, organi, la “tromba marina”, strumento settecentesco ad una sola corda, usato nelle istituzioni conventuali femminili e soprattutto unorganino guidavoci ad 8 canne utilizzato per uso didattico nei cori.

La 9^ sala è dedicata alla musica in casa. Questo è il regno delle spinette, spinettini ed organi. Di notevole interesse tre spinettini, uno del Daddi del 1686, un altro di Birger del 1759 e l’altro in avorio del Berneri del 1608 con raffinate incisioni. Fra gli organi vale la pena ricordare un organo, rarissimo, a canne di legno, di metallo ed ance del 1777 di Luigi Montessanti e l’altrettanto rara Glass-harmonika, realizzata su una idea di B. Franklin, l’inventore del parafulmine, costituita da una serie di coppe di cristallo, di diversa intonazione, imperniate su un asse che viene messo in rotazione da un pedale. Il suonatore le fa vibrare con le dita bagnate.

La 10^ sala riguarda il laboratorio del costruttore di cembali. La sala ancora in allestimento, dovrà presentare un banco ed i numerosi attrezzi da lavoro per la realizzazione dello strumento (pialle, seghe, sgurbie, scalpelli, raspe, ecc.).

L’11^ sala, la prima della classificazione cronologica, concerne il medioevo ed il rinascimentoe riguarda gli strumenti dall’11° al 16° secolo. Interessante è l’esposizione di cornamuti torti(cromarti) del 1524, in legno di bosso, del bavarese Weier, una serie di cornetti diritti e curvi. Nelle vetrine si possono ammirare anche una tromba da araldo del 1461 proveniente da Siena, un olifante ed un richiamo per uccelli, entrambi in avorio, oltre a spinette ed organi. Tra le altre cose interessanti vanno ricordate una rarissima arpetta cinquecentesca di forma gotica, un clavicembalo di Hans Muller del 1537, strumento tedesco più antico del mondo, unaspinetta cinquecentesca del fiammingo Karest.

La 12^ sala è dedicata ai secoli 16° e 17°.  Di particolare interesse una collezione di Salteri, utilizzabili con la tecnica delle bacchette di legno con feltro o con la tecnica a pizzico. Di rilievo la esposizione di liuti, mandolini e di chitarre, fra le quali: una chitarra battente dello Stadler, del 1700 ed una (mandolone di “Vendelio Venere”), in ebano ed avorio, attribuita a Vendelin Tieffenbrucker. Nella sala sono inoltre esposti due cembali molto importanti, uno delMucciardi del 1780 ed uno del Ruckers del 1637.

La 13^ sala riguarda i secoli 17° e 18°, con testimonianze della cultura barocca romana. In questa sala è esposto lo strumento forse fra i più preziosi del museo: la seicentesca Arpa Barberini, capolavoro di strumento e di scultura. Esso presenta tre ordini di corde che ne fanno un arpa cromatica nonostante l’assenza di pedali, inventati il secolo seguente. Altri strumenti importanti sono rappresentati da due chitarroni seicenteschi del Graill e del Raillich, un piccolo violoncello ed una serie di violini fra i quali uno, del 1700, attribuito al Tecchler.

La 14^ sala riguarda i secoli 17 e 18°. Nelle vetrine sono esposti una grande quantità di strumenti a fiato del periodo considerato: clarinetti d’amore, clarinetti, ottavini, flauti traversi, oboi, oboi da caccia, corni inglesi. Nella sala sono anche presentati quattro clavicembali, dei quali, di grande interesse, è quello a due tastiere del 18° secolo, dorato e pitturato e si possono inoltre ammirare quattro arpe, settecentesche di provenienza parigina.

La 15^ sala concerne l’epoca barocca. Nelle vetrine di questa sala sono esposti un chitarrone, un gallicone (liuto) ed una serie di flauti dolci in avorio, oltre a spinette (rettangolari e traverse), alcune opere di Onofrio Guarracino della fine del 1600, ed un bellissimo e finemente decorato organo napoletano del 18° secolo.

La 16^ e 17^ sala sono dedicate alla “musica ex machina”, ovvero alla musica ed agli strumenti meccanici. Si tratta, in effetti, di tutta una serie di organini meccanici a cilindro e manovella, di diversa provenienza. Sulla superficie del cilindro, come nella memoria di un computer, viene riportata una codificazione meccanica (attraverso chiodi o punte conficcate nel legno), un brano musicale. Il cilindro nella sua rotazione aziona, a sua volta, degli strumenti meccanici che producono i suoni. A partire dal 1840, il cilindro, la cui programmazione risultava assai elaborata, viene poi sostituito con una striscia continua di carta o cartone perforato, contenente in codice il brano musicale. Nella 17^ sala si può, infatti, ammirare un piano napoletano a cilindro da strada, del 1880, un harmonium con tastiera a cilindro ed un organo del modenese Gavioli, inventore dell’organo da fiera ed una specie di teatrino con automi ed organino ad ance costruito a Parigi nel secolo scorso.

La 18^ sala riguarda quasi interamente le “serinette”, specie di organini a canne ed ance, costruiti per la 1^ volta in Francia nei Vosgi, per insegnare alcune arie ai canarini. L’operatore girava la manovella fino a che l’uccellino apprendeva la melodia, ripetendola. Infatti “serin” è il canarino e “seriner” significa “ammaestrare il canarino con l’organetto”. Nella stessa sala sono presenti anche alcune “boites à musique”, o carillon, che utilizzavano meccanismi simili a quelli della torre campanaria, noti nell’Europa del nord sin dal 15° secolo. Il primo esempio di carillon moderno è stato inventato alla fine del 18° secolo dallo svizzero Antonio Favre. Infine in una delle vetrine è esposto un organo a cilindro costruito dal catanese Rosario Porto nella metà dell’Ottocento.

 

Ripartiti in autobus alle ore 11.30, al termine della visita, i partecipanti alla giornata sono rientrati a Villa Spada per partecipare alla Assemblea.

 


 

L’Assemblea

Alle ore 12.15 ha avuto così inizio la 7^ Assemblea annuale della Custodia.

L’assemblea vera e propria é stata preceduta da una breve cerimonia protocollare. Durante questa fase, su decisione straordinaria del Consiglio Esecutivo della Custodia, è stato concesso il privilegio, ai rappresentanti eletti delle varie categorie dell’Associazione, di indossare la fascia con i colori dell’Associazione. In tale contesto hanno ricevuto tale significativa distinzione: le due madrine, i rappresentanti, civile e militare, del Consiglio esecutivo ed i rappresentanti delle categorie, eletti nel Consiglio Direttivo. Successivamente hanno ricevuto le insegne della Custodia la signora Cristina CIANFANELLI, l’ing. Laurent REBOUL IACOPI ed il dottore Mario GAMBELUNGHE da Perugia.

La fase seguente ha riguardato l’esposizione del Reggente all’Assemblea, come consta dalla relazione allegata, che si è articolata nei tradizionali argomenti, secondo i dettami previsti dall'art. 2 dello Statuto ed ha trattato tutte le problematiche inerenti lo stato e la vita dell’Associazione nel corso dell’anno 2010.

In particolare le decisioni assunte ed il bilancio annuale hanno fatto oggetto di uno specifico verbale, il 35°, del Consiglio Esecutivo. In stretta sintesi i risultati annuali sono complessivamente lusinghieri, avendo ormai il numero dei Membri raggiunto la quota di 725 unità e perché la qualità dei soci stessi non cessa di accrescersi . Fra gli ultimi ingressi di spicco nell'Associazione desidero ricordare un nome per tutti: il Padre  Giuseppe CASETTA,abate di VALLOMBROSA ! Il risultato economico annuale, pur complessivamente soddisfacente, appare ancora inadeguato agli ambiziosi scopi posti dallo Statuto, anche se ci sono buone speranze che l’Associazione possa entrare a breve in un regime di … crociera !!

 


 

La riunione conviviale

Dopo la conclusione dell’assemblea annuale i partecipanti, sono quindi discesi di un piano e si sono ritrovati, per le ore 13.30, nella Sala Mensa del Circolo di Villa Spada per la tradizionale riunione conviviale. La giornata prevedeva un menù semplice,

 

antipasto

bis di primi,

secondo di carne

contorno

torta commemorativa

acqua e vino

caffe ed ammazzacaffé

 

abbondantemente innaffiato da un gustoso Aglianico, che ha incontrato il gusto dei partecipanti. La riunione é stata, infine, chiusa con una gigante torta commemorativa, addobbata con scritta, candeline e stemma (che potrete ammirare fra qualche giorno sul sito) ed il conseguente rito dello spegnimento delle 8 candeline, demandato alle madrine elette e ad Ilaria PILATI.

Al termine della giornata,dopo la tradizionale foto di gruppo, tutti i partecipanti sono quindi rientrati alle rispettive abitazioni

 


 

Prima di chiudere questo mio scritto, mi corre l'obbligo di indirizzare, a nome di tutti partecipanti, un grazie speciale al Col. Alessandro POPOLI, Comandante del Quartier Generale del Comando Generale della GdF, al Col. Carmine GIORDANO, Direttore del Centro Logistico di VILLA SPADA, senza il cui fondamentale supporto questa giornata non avrebbe potuto conseguire il successo ottenuto. Il solito e meritato grazie al Luogotenente Leandro DOMENICI, il nostro valido ed efficiente Tesoriereal nostro attivissimo portavoce, Roberto PEPE, a Franco GLORIANI, al quale dobbiamo il servizio fotografico della giornata ed a mia moglie Yvette, senza il cui fondamentale apporto sarei inevitabilmente in serie difficoltà.

Infine il mio personale ringraziamento a tutti i partecipanti all'escursione, per avermi consentito di vivere una bellissima giornata e di passare insieme, ancora una volta, delle ore interessanti sotto l'aspetto culturale e gastronomico, in un atmosfera di serena allegria, di fraternità e di giusta spensieratezza.

 

Massimo Iacopi, Reggente