Op. Nella Terra del GATTAMELATA, 5 dicembre 2015


 

Operazione "Nella terra di Gattamelata"

5 dicembre 2015

 

 

Gentili Madrine e Custodi,

sabato 5 dicembre 2015, si è felicemente conclusa la nostra 76^ Operazione, che abbiamo denominato “Nella Terra del GATTAMELATA”  e si è svolta nella città di NARNI.

All’ottimo successo complessivo della nostra escursione (30 persone) ha certamente contribuito il favorevole tempo meteorologico e l’interesse per la località da visitare, una caratteristica cittadina umbra, piena di fascino, posta su uno sperone roccioso che tutti hanno la possibilità di ammirare, passando in macchina lungo la E 45 e dove pochi hanno il tempo di fermarsi e di soddisfare la legittima curiosità per effettuare una pur fuggevole visita. Gran parte del successo deve peraltro essere attribuito all’Amministrazione Comunale di NARNI (nelle persone del dott. Francesco DE REBOTTI, Sindaco della Città di NARNI che si è generosamente reso disponibile per un incontro con la nostra Associazione e del Segretario del Sindaco, dott. Umbro NEVI, che ci aiutato ad impostare il programma della visita), ed al generale Nino AVIZZANO che, tramite suo figlio Marco, ternano di adozione, mi ha aiutato a reperire l’ottimo Ristorante da noi utilizzato (Ristorante LA ROCCA).

 

Un po’ di storia:

L'antico oppidum umbro NEQUINUM, diventato poi la romana NARNIA, è una antichissima località posta in una fondamentale posizione tattica e strategica, a dominio della via Flaminia e dei passaggi che da Sud portano verso l’UMBRIA. La città, idealmente vicino a noi, proprio perché ha per emblema un grifo rosso (probabilmente mutuato da quello di Perugia, con la quale si allea nel 1242 a favore del Papato contro Federico 2°di Svevia), si estende sul dorso del crinale del colle che domina il fiume Nera (l’antica Nahar, da alcuni ipotizzano l’origine del nome della città) ed è a sua volta dominata dalla mole isolata della rocca albornoziana, simbolo del potere papale, dopo la fase avignonese.

Da un punto di vista storico, NARNI ha costruito la sua importanza nel corso dei secoli proprio per la sua speciale posizione geografica, che ha costituito la base delle sue fortune ed anche delle sue numerose disgrazie (assedi, distruzioni). Dopo un periodo di crescita nel corso del Medioevo (che porterà la città alla sua massima estensione con tre Terzieri: S. Maria, Fraporta e Mezule, protagonisti della annuale Corsa dell’Anello), a partire dalla seconda metà del 1400, con l’affermarsi della vicina TERNI, ha inizio una lenta ed inarrestabile fase di decadenza, che culmina nel sacco dei Lanzichenecchi del 1527 e che si protrarrà per tutti i secoli 17° e 18°. Nel corso del 1800 la città inizia un lento recupero con lo spostamento delle attività commerciali nella pianura sottostante nella località di NARNI SCALO, che rappresenta oggi il cuore pulsante della comunità. Figlio più famoso di NARNI è il valoroso capitano di ventura ERASMO STEFANO da NARNI detto il GATTAMELATA (dal fornaio Paolo e da Melania GATTELLI), Capitano Generale della Serenissima dal 1438 al 1443, anno della sua morte. Non è ben nota l’origine del suo soprannome, che molti attribuiscono alla sua furbizia, al suo "parlar dolce", od all’anagramma del nome della madre

 

Di seguito il report della nostra escursione:

 

Sabato 05 dicembre 2015

Il ritrovo di tutti partecipanti è avvenuto, in perfetto orario,  per le ore 09.50, nel parcheggio antistante la ROCCA dell’ALBORNOZ di NARNI, per la sua visita. La monumentale fortificazione, posta a 322 metri di quota, recentemente restaurata, è stata costruita, nel 1367, sui resti di un primitivo insediamento militare di Federico 1° BARBAROSSA, per iniziativa del cardinale  Egidio (Gil) ALVAREZ CARRILLO de ALBORNOZ, vescovo di TOLEDO, Primate di Spagna (1310-1367, la cui tomba si può oggi ammirare nella cattedrale di TOLEDO), poco tempo prima della sua morte. Il progetto costruttivo si ipotizza come attribuibile ad Ugolino da MONTEMARTE e Matteo GATTAPONE, sotto la supervisione del legato, Anglico di Grimoard, fratello di papa Urbano 5°. La rocca riceve il suo primo castellano nel 1371 e risulta completata nel 1378, quando avviene la sua inaugurazione ufficiale. Nel prosieguo del tempo, la Rocca diviene la sede dei governatori pontifici ed ospiterà nell’ottobre 1392 papa Bonifacio 9° e nel 1449, papa Niccolò 5°, che dà inizio all’esecuzione di numerose opere difensive attraverso l'architetto Bernardo da Settignano. Tali lavori continueranno fino al 1492, sotto i pontificati di Sisto 4° ed Innocenzo 8°. Costruita secondo schemi difensivi e residenziali, fu protetta anche da una robusta cinta muraria che sopportò non pochi assalti, tra cui quello delle milizie lanzichenecche di ritorno dal Sacco di Roma de 1527. I cognomi altolocati dei suoi vari castellani ci testimoniano l’importanza attribuita dal Papato a tale opera e, fra questi, vale la pena citare quelli dei Parentucelli, Ciocchi del Monte, Piccolomini, Della Rovere, Caracciolo, Tomacelli (tutti con parentele altolocate presso la Santa Sede), oltre ad un assisano (Eustachio Confidati, nel 1652) ed un narnese doc quale Pietro 2° Eroli, nel 1762.

Dopo le depredazioni subite dalle truppe francesi del generale Berthier, la rocca diviene un carcere pontificio e nel 1860 verrà conquistata dai Cacciatori del Tevere del colonnello assisano Luigi Masi, a premessa dell’annessione di NARNI allo stato italiano. Alienata nel 1906 dal Demanio al principe russo Mestchezsy, nel 1972 la rocca passa ad una famiglia romana, per poi tornare nella proprietà del comune di Narni, che l’ha riaperta al pubblico dopo anni di impegnativi restauri.

La fortezza, a dominio della valle del Nera ed a forma di quadrilatero, presenta quattro torri angolari quadrate e il mastio, più alto e possente, formato dall'unione di due torri. Essa risulta circondata da un fossato e da una doppia cinta muraria ed ospita, internamente, una cappella e una cisterna in travertino e si apre su uno scenografico cortile. Al primo piano si trovava la residenza signorile, mentre le altre stanze servivano per la guarnigione.

Il Gruppo, dopo aver pagato il biglietto d’ingresso, è stato accompagnato nella visita da una guida locale che ci ha riassunto la storia dell’infrastruttura e ci ha portati nel cortile interno, dove ha avuto inizio la visita vera e propria. Entrati nelle segrete del Mastio, i partecipanti all’escursione hanno potuto ammirare, in successione, la Sala delle torture (con una dovizia di apparecchiature alla bisogna !), la Sala della Guardia, con letti smontabili ed armamento dell’epoca e quindi, attraverso una ripida e stretta scala, ricavata nello spessore della muraglia, ha raggiunto, al 1° piano, del mastio, la cosiddetta Cappella del Cardinale, con interessanti affreschi del 1400.

Il percorso è quindi proseguito con una serie di sale al 1° piano, che presentano materiale, non originale, riguardante, armamento, vestiario, oggetti di uso comune, fino a raggiungere la Stanza da letto del castellano e quindi la Grande Sala dei banchetti. Scartata, per motivi di tempo disponibile e per la ridotta visibilità, l’ipotesi di salire fin sopra la terrazza del mastio, da dove si gode un grandioso panorama su Narni e sulla conca ternana, il Gruppo è ritornato nel Cortile e quindi all’esterno della Rocca per riprendere il rispettivo automezzo.

 

Ridiscesi in città e passati in Piazza Garibaldi (antica Piazza del Lago, per la presenza, sotto il livello stradale, di una grossa cisterna romana, il “lacus”), di forma irregolare e con una fontana, risalente al dopo il 1527, i componenti del Gruppo si sono portati nel sottostante parcheggio cittadino. Dal parcheggio, il Gruppo è risalito a piedi, attraverso due ascensori a cremagliera, fino al centro cittadino, raggiungendo la via Garibaldi (presumibilmente insistente sull’antico tracciato della Flaminia), proprio davanti all’ingresso del Duomo, dedicato a S. Giovenale, 1° vescovo della città.

Giunto in Piazza dei Priori (il vecchio Foro romano e la “Platea Maior” medievale), su cui insistono il Palazzo dei Priori (con loggia di Matteo Gattapone, con un arengario e sovrastato da una bella torre civica) ed il Palazzo del Podestà, oggi sede del Municipio (costruito nella seconda metà del 13° secolo, per mezzo dell’accorpamento di tre case torri e con una serie di finestre crociate rinascimentali). Il palazzo presenta sulla facciata, a destra del portone d’ingresso, una serie di originali ed insoliti bassorilievi del 13° secolo, aventi come tema: leone e drago, caccia col falcone, duello tra cavalieri e decollazione di Oloferne.

Entrati nel Palazzo Comunale, i partecipanti all’escursione hanno quindi raggiunto, al 1° piano e con qualche minuto di ritardo, la Sala Consiliare, dominata da un grande affresco dello Spagna e dove era ad attenderci il giovanissimo e dinamico 1° cittadino, il dott. Francesco De REBOTTI.

Dopo i saluti e le presentazioni di rito ed un indirizzo di saluto del Sindaco, il Reggente della Custodia, ha introdotto al nostro ospite la nostra Associazione e dopo aver ricordato la sua speciale posizione di Cittadino Onorario di Narni (riconoscimento ottenuto nel 1992 quando era Comandante dell’allora Distretto Militare di Perugia), ha proceduto, coadiuvato dalle Madrine, all’investitura del Sindaco di Narni della Croce d’Oro di Socio d’Onore della Custodia del Grifo Arciere.

La cerimonia protocollare si è quindi conclusa con un tradizionale scambio di omaggi ed gli immancabili saluti di rito.

 

La fase successiva della visita ha riguardato la chiesa di S. Francesco, eretta sul luogo dove la tradizione riferiva che S. Francesco avesse dimorato per qualche tempo su invito del vescovo della città e che presenta un ricco portale gotico sormontato da edicola. L’interno tardo romanico a tre navate, divise da colonne cilindriche, presenta delle cappelle laterali con affreschi degli inizi del 1400. Sulle colonne sono inoltre visibili tre livelli di affreschi (Madonna col Bambino e santi). Uscito dalla Chiesa di S. Francesco, il Gruppo ha quindi raggiunto il finitimo Palazzo Eroli, una immensa dimora (2.700 m2) della famiglia più cospicua di Narni, del 14° secolo e rinnovata fra il sei-settecento, sede oggi della Pinacoteca Civica della Città.

Nella Pinacoteca sono state recentemente raccolte opere in parte provenienti dalle varie chiese della città, oltre a materiale archeologico proveniente dal territorio e materiale vario donato da privati cittadini. Esiste, inoltre, nel Palazzo una sezione dedicata alla Biblioteca Comunale, ricca di oltre 17 mila volumi, stampati fra il 1600 ed il 1800, con inoltre una preziosa raccolta dantesca, con quasi un migliaio di testi e oltre ottocento opuscoli provenienti dalla collezione di Giovanni Eroli, ventisei  incunaboli, risalenti alla seconda metà del 15° secolo, un numero cospicuo di cinquecentine (497), settanta  manoscritti posteriori al 16° secolo e cinque manoscritti musicali.

Accompagnato da una giovane guida, il Gruppo ha raggiunto il Salone del Camino, al 1° piano, dove ha potuto ammirare una mostra temporanea, allestita dal Comune, sui 100 anni della 1^ Guerra Mondiale.

Dopo un rapido sguardo alla originale ed inattesa Mummia egizia di Narni, dono di un mercante narnese del 1800, il Gruppo ha percorso le sale espositive del 1° piano, dedicate alle testimonianze del territorio preistoriche, classiche, preclassiche e medievali, per raggiungere quindi il 2° piano. Tutto il piano è dedicato alla Pinacoteca, che risulta incentrata sulle due opere principali esposte, opere di Tommaso BIGORDI detto il Ghirlandaio (Incoronazione della Vergine) e Benozzo GOZZOLI (Annunciazione). Le due opere sono ospitate in una cosiddetta Sala nera ed, in particolare, il magnifico dipinto del Ghirlandaio risulta illuminato, a sezioni didascaliche, da un sofisticato sistema luminoso. Nel dettaglio, entrambe le opere sono frutto del mecenatismo del cardinale e umanista narnese Berardo Eroli e la pala del Ghirlandaio, dipinta a Firenze nel 1486, venne posta sull’altare maggiore del convento francescano di San Girolamo (appena fuori Narni), dove la tavola risultava illuminata dalla luce filtrante dal rosone della facciata e solo in determinati momenti dell’anno i raggi colpivano direttamente il disco d’oro posto fra la Vergine ed il Cristo, creando un bellissimo effetto a raggiera. La pala del Ghirlandaio, per la sua straordinaria bellezza, unita alla dotta descrizione da parte della guida, ha colpito tutti i partecipanti, così come la seconda opera esposta nella Sala, l’Annunciazione del Gozzoli, che, per essere stato allievo del Beato Angelico ed aver operato nel Convento di S. Marco a Firenze, ripete con grande grazia e delicatezza lo schema delle annunciazioni dell’Angelico.

Oltre al Ghirlandaio i componenti del gruppo hanno poi potuto ammirare opere di Piermatteo d’Amelia, dello Spagna, del Vecchietta, di Antoniazzo Romano, di Antonio Gherardi, di Livio Agresti, dell’Aquili e di altri artisti che lavorarono prevalentemente in ambito locale, come il  Maestro della Dormitio Virginis di Terni, il Maestro di Narni del 1409, Pierantonio Mezzastris, Giovan Francesco Perini, il narnese Michelangelo Braidi, Agostino  Masucci e Giacinto Boccanera.

 

La fase finale della visita narnese ha riguardato la visita alla NARNI Sotterranea. Uscito da Palazzo Eroli, il Gruppo si è diretto verso la vicina Chiesa di S. Domenico, una chiesa e convento del 1300 dei Domenicani, oggi sconsacrata e trasformata in auditorium. La chiesa di S. Domenico, era sorta sul luogo che la tradizione attribuiva al tempio di Minerva. Prima cattedrale cittadina, inizialmente intitolata a S. Maria (da cui deriva il nome del Terziere), passata ai Domenicani, diventata poi Caserma e quindi Biblioteca ed Auditorium. Presenta rari affreschi di maestri fiamminghi del secondo ‘400.

Passati davanti ai resti della Chiesa di S. Bernardo, di cui resta solamente la silhouette del campanile, i partecipanti all’escursione hanno quindi raggiunto, accanto a S. Domenico, i Giardini di S. Bernardo, da dove hanno potuto godere di un meraviglioso panorama sulle gole del fiume Nera e sul Monastero benedettino di S. Cassiano. Dai giardini sono quindi entrati nel percorso della Narni sotterranea.

Di per sé stesso, il percorso nella Narni sotterranea non costituisce, a parte i resti della chiesa ipogea posta sotto l’antico monastero di S. Domenico, una cosa straordinaria, in quanto la visita effettiva si riduce ad un percorso limitato a tre stanze sotterranee collegate da un lungo corridoio. Ma quello che ha dato uno speciale interesse alla nostra visita è stata la nostra accompagnatrice, la signora Pamela (la “signora bruna dai begli occhi”, come è stata subito ribattezzata), una straordinaria affabulatrice, abituata a guidare scolaresche, che ci ha raccontato nei minimi dettagli e con dovizia di aneddoti, la storia della riscoperta della chiesa ipogea e dei vani sotterranei del convento di S. Domenico, a partire dall’orto del sig. Ernani, fino alla Sala del Tribunale dell’Inquisizione ed alla Cella piena di graffiti. Straordinaria è la storia dei prigionieri che hanno soggiornato nella galera degli Inquisitori e lo sforzo effettuato dal gruppo di giovani nel ricercare la documentazione e le prove dell’esistenza a Narni del Tribunale ecclesiastico della Santa Inquisizione e per dare una identità ed un fondo di storia ai vari graffiti.

La Chiesa ipogea di NARNI sotterranea, risale al 12° secolo ed è stata riscoperta solo nel 1979, da sei giovani speleologi. Struttura a navata unica, con volta a botte a sesto leggermente acuto e con un abside semi circolare con un arco impostato su due capitelli di pietra. Le pareti, scavate sulla roccia presentano un intonaco con affreschi tra i più antichi della città, che risalgono al 12° secolo (S. Michele Arcangelo, simboli degli Evangelisti, Cristo in Pietà). La decorazione dell’abside risale al 13°-14° secolo. La volta risultava affrescata da un cielo disseminato di stelle. Successivamente, dalla chiesa, attraverso un varco nella muratura, si è passati in un locale con una cisterna romana per la raccolta delle acque piovane (con un pozzo), probabilmente resto di una domus, dove la nostra accompagnatrice ci ha raccontato, con l’ausilio di effetti speciali, le tecniche romane di costruzione degli acquedotti e ci ha accompagnato in un percorso virtuale nei cunicoli dell'Acquedotto Romano della Formina. Subito dopo, percorrendo un lungo e stretto corridoio, attiguo all’orto della “Signora Rosetta”, si é giunti in una grande sala, con volta a crociera, denominata Stanza dei Tormenti, dove avevano luogo gli interrogatori del Tribunale dell'Inquisizione.  Attigue alla stanza del Tribunale esistevano alcune celle, delle quali una è stata riportata alla luce in ottime condizioni e completamente ricoperta da Graffiti, realizzati dai suoi ospiti. Gran parte dei segni hanno svelato, insieme ai documenti ritrovati in Irlanda, le vicende di alcuni prigionieri, mentre molti altri segni, anche di significato esoterico, celano ancora misteri da interpretare e propongono numerose e suggestive ipotesi di soluzione.

Risaliti verso l’ingresso, i parteciparti, dopo aver salutato e complimentato la nostra gentile accompagnatrice, hanno risalito la Via Mazzini, passando di fronte alla chiesa di S. Maria Impensole, una costruzione del 1175, preceduta da un portico formato da tre archi ribassati, sotto il quale si aprono tre portali scolpiti a girali d’acanto, di un certo interesse.

Dopo aver ripercorso in senso inverso la Via Garibaldi, i componenti del Gruppo sono ritornati, attraverso gli ascensori, al parcheggio, per riprendere il rispettivo automezzo.

Lasciata alle spalle la città di NARNI, la comitiva ha imboccato la Via Flaminia Ternana in direzione di Terni e per le ore 14.15 circa la comitiva, con qualche crampo allo stomaco, si è quindi ritrovata a tavola, in un moderno, luminoso ed accogliente ambiente dell’Hotel Ristorante LA ROCCA (0744/744521in via Flaminia Ternana, 508), per gustare un gustoso menù a base di cucina locale, che prevedeva quanto segue:

 

STRUDEL di VERDURE di CAMPO

TROFIE alla BOSCAIOLA

PAPPARDELLE al SUGO di CINGHIALE

COSCIOTTO di MAIALE in PORCHETTA

SFORMATO di PATATE

ZUPPA INGLESE

ACQUA MINERALE

VINO: BIANCO E ROSSO IMBOTTIGLIATO, CAFFE’.

 

La “fame” era cotanta che il Reggente ha creduto bene, date le speciali circostanze, di non soffermarsi troppo sulla prevista celebrazione della ricorrenza della nostra Patrona, S. Barbara, dando così libero sfogo agli impellenti ed incombenti “succhi gastrici” dei commensali.

Verso le ore 16.30-17.00, al termine della riunione, tutti i partecipanti, pienamente soddisfatti della ottima giornata narnese, hanno ripreso, dopo i saluti di rito, la strada di casa.

 

Concludo questa mia dettagliatissima relazione, con un grato pensiero a tutti quelli che, con il loro aiuto, ci hanno consentito di realizzare con piena soddisfazione di tutti i partecipanti, anche questa nostra 76^ Operazione in terra narnese. Su tutti, l’Amministrazione del Comune di NARNI, che, attraverso il Dott. Umbro NEVI, ci ha permesso di organizzare una interessantissima escursione nel poco tempo a disposizione, il giovane e dinamico signor Sindaco, dott. Francesco DE REBOTTI, che ha voluto, nonostante la concomitanza di altri impegni, dedicarci un po’ del suo prezioso tempo per un incontro con la nostra Associazione ed infine il generale Nino AVIZZANO, che ci ha consentito di effettuare la nostra tradizionale riunione conviviale in un ambiente accogliente e familiare e ad un ottimo rapporto qualità prezzo. A tutti loro ed in particolar modo a tutti i partecipanti, un grazie di cuore per la pazienza, la disponibilità e lo spirito di collaborazione dimostrati, perché hanno consentito, ancora una volta, di trascorrere insieme ed in serenità d’intenti un’altra bella giornata nella caratteristica cornice di una interessantissima cittadina della nostra bella UMBRIA.

A tutti rinnovo i miei più affettuosi auguri per un Felice  Natale, pieno di serenità ed un Nuovo Anno 2016, foriero di pace, speranza, successo e salute.


Alla prossima occasione con i miei più affettuosi saluti.

 

 

 

Massimo IACOPI, Reggente Generale

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