12^ Assemblea Annuale (Convention), Assisi, mar. 2015

 
 
 

12^ ASSEMBLEA ANNUALE,

ASSISI, 20-22  MARZO 2012

 

 

Domenica 22 marzo u.s. si é felicemente conclusa con successo, secondo l’ormai consolidata tradizione, la nostra prima riunione del 2015, che ha coinciso con la "12^ Assemblea (Convention) annuale della Custodia del Grifo Arciere", indetta  in ottemperanza a quanto previsto dall'art. 2 dello Statuto associativo. Anche quest’anno, per l’12° anniversario delle nostre riunioni, per conferire maggiore solennità e visibilità, l’Assemblea annuale è stata organizzata in una sede di prestigio, come quella rappresentata dalla storica infrastruttura del Palazzo GIACOBETTI VALLEMANI della “Città di ASSISI”, per la quale esprimiamo un sentimento di gratitudine al nostro confratello Dott. Claudio RICCI, Sindaco della città di ASSISI.L’escursione in UMBRIA è stata poi preceduta dalla visita alle cittadine di DERUTA E BETTONA e completata da una meravigliosa giornata trascorsa in quel di  GUALDO TADINO, con visita, grazie al concorso dell’Amministrazione Comunale, degli interessantissimi Musei: della Rocca FLEA, dell’Emigrazione e dell’Opificio RUBBOLI. Il punto di appoggio logistico è stato confermato, all’unanimità, nell’Hotel “VILLA VERDE” di RIVOTORTO d’ASSISI, che è risultato particolarmente gradito a tutti i partecipanti, sotto tutti gli aspetti.

Di seguito le principali note di viaggio delle nostra ultima escursione.

 

Venerdì 20 marzo 2015

Riunione per la maggior parte dei partecipanti per le ore 13.30, presso il Ristorante “Asso di Coppe” di DERUTA, posto sulla E45, per il pranzo. Non sto qui a ricordare il menu, tipico della cucina umbra, che ha riscosso un unanime successo, ma non posso omettere dal ricordare gli sfiziosi “umbricelli al guanciale e cacio” e uno speciale “arrosto misto di anatra ed agnello”, che sono state delle vere leccornie (il tutto preceduto da succose “Pappardelle fatte in casa con il sugo di cinghiale”).

A titolo di curiosità, mi piace sottolineare che il nome di DERUTA deriva dal fatto che l’abitato viene costruito dopo l’anno 40 da fuggiaschi della città di PERUGIA, “diruta” a seguito degli eventi del “Bellum Perusinum” fra Bruto ed Ottaviano Augusto. La cittadina, (che ha per stemma una torre ed il grifo) passa, nel 1040, fra i possedimenti dell’abbazia di FARFA e quindi nel 1221 sotto il dominio di Perugia. La tradizione della fabbricazione della ceramica è antichissima ed un documento del 1299 ne fa un esplicito riferimento. Nel 1540, DERUTA (che parteggia per il Papato) è il luogo dello scontro finale della “Guerra del Sale” fra PERUGIA ed il Papa Paolo 3° FARNESE, che segna la fine dei BAGLIONI e dell’indipendenza perugina.

Riunito per tempo tutto il gruppo, alle ore 14,30 ha avuto inizio la visita alla Fabbrica di Ceramiche d’Arte SAMBUCO. Dopo una rapida presentazione ai proprietari del complesso, siamo tutti scesi a visitare l'atelier di fabbricazione della ceramica, dove uno dei titolari, il signor Luca, ci ha fatto da guida, con competenza e passione, per tutto il circuito di lavorazione. Abbiamo potuto vedere, con una dimostrazione pratica da parte di un dipendente, come da un pezzo di argilla informe si possono costruire dei vasi con l'uso del tornio o con l'uso di forme prestampate. Successivamente, sono state ripercorse tutte le fasi di lavorazione del manufatto, dalla prima cottura, alla fase di immersione nel bianco, che costituisce base per la successiva fase di pittura.

A questo momento della lavorazione é seguito poi quello della decorazione delle ceramiche, dove si é potuta apprezzare nel dettaglio la sequenza di tutte le operazioni: dall'abbozzo del disegno sul manufatto con l'aiuto di un cartone forato per mezzo di polvere di carbone, alla fase di tracciatura con un pennello o con un punteruolo delle linee del disegno, alla successiva colorazione. Quasi tutti hanno scoperto che i colori chimici, con cui si dipinge, sono molto diversi da quelli smaglianti ottenuti dopo la cottura. Ad esempio il giallo oro, prodotto finale della cottura, deriva da un marrone sporco, mentre il blu araldico, appare nel disegno iniziale come un viola sbiadito !! Dopo la visita alla parte "forni di cottura", impiegati ciascuno per le varie fasi della lavorazione, siamo passati alla sala esposizioni, dove siamo stati tutti colpiti dalla bellezza e dalla varietà dei manufatti prodotti dalla Ditta SAMBUCO. Tutti alla fine hanno potuto capire perché le ceramiche sono così costose ! Ogni pezzo é un pezzo unico e durante la lavorazione si possono  verificare significative perdite e scarti, anche per effetto della cottura !

Effettuati al termine della visita alcuni acquisti, il gruppo dei partecipanti ha quindi effettuato una rapida visita al centro storico di DERUTA (Piazza dei Consoli, dove insistono l’omonimo Palazzo e la chiesa trecentesca di S. Francesco), per poi portarsi, in auto, fino alla vicina cittadina di BETTONA, posta su un poggio ridente a 350 sul livello del mare. Costeggiate le antiche mura etrusche della città (del 4° secolo a.C.) e parcheggiato l’automezzo, i partecipanti hanno potuto godere, complice anche un bel sole, un magnifico panorama sulla verde piana dell’Umbria, con lo sguardo che spazia da TORGIANO, a PERUGIA, ad ASSISI, SPELLO e FOLIGNO. Dopo un rapido inquadramento storico e topografico a cura del Reggente il Gruppo ha superato le vecchie mura cittadine ed, attraverso un cunicolo che passa all’interno dei resti della vecchia fortezza, è sbucato sul fianco della chiesa di S. Crispolto (del 13° secolo con facciata della fine del 1700), patrono della cittadina, e quindi ha raggiunto il centro della località, sulla quale insistono l’antica Collegiata di S. Maria Maggiore, il Palazzo comunale e l’austero Palazzetto del Podestà.

Va ricordato che la cittadina di BETTONA, nei primi tempi del Cristianesimo è stata una antica sede vescovile e, decaduta a seguito delle invasioni barbariche, il suo territorio entra a far parte del Ducato longobardo di SPOLETO e quindi del contado e vescovato di ASSISI. Distrutta dai Perugini nel 1352, la cittadina viene ricostruita nel 1367 dal Card. Gil (Egidio) ALVAREZ de ALBORNOZ e rimane nell’orbita di PERUGIA fino alla fine del 1500, per poi passare allo Stato della Chiesa.

Il Gruppo, dopo un rapido sguardo all’Oratorio di una Confraternita, è entrato nella Collegiata - fondata nel 1200 e restaurata agli inizi del 1800 - dove ha potuto ammirare l’abside affrescata dal pittore futurista Gerardo DOTTORI, il capofila dell’aeropittura.

Nel Palazzetto del Podestà e nel contiguo Palazzo Biancalana è allocata la Pinacoteca Civica, che ospita opere di un certo rilievo come un S. Antonio ed una Madonna della Misericordia del Perugino, una Adorazione dei Pastori dell’assisano Dono Doni; i Santi Pietro e Paolo di Jusepe de Ribera detto lo Spagnoletto; la Trinità e S. Rocco della scuola del Pintoricchio, una Pietà del folignate Niccolò di Liberatore detto l’Alunno.

Passati successivamente per il Belvedere di Piazza 4 novembre, i partecipanti hanno ripreso i rispettivi automezzi per portarsi in direzione di ASSISI. La maggioranza si è direttamente diretta verso l’Hotel “VILLA VERDE” nella frazione di RIVOTORTO di ASSISI, mentre una piccola parte hanno potuto visitare, ai piedi della città serafica, il complesso, restaurato dalla Comunità “Bose”, dell’antica chiesetta extra muros di S. MASSEO, con una bellissima cripta esastila del 1050.

Dopo la sistemazione in albergo, il Gruppo si è ritrovato per le ore 20,00 nella Sala per la cena, dove ha potuto gustare una sapida cucina locale.

 

Sabato 21 marzo 2015

Partenza dall’Albergo, in macchina, entro le ore 08,30, per recarsi, per la via montana e con una bellissima giornata primaverile, fino alla ridente cittadina di GUALDO TADINO. Per le ore 09,50, tutti i 45 partecipanti, dopo aver lasciato la rispettiva autovettura nel vicino parcheggio, si sono ritrovati davanti all’ingresso della restaurata federiciana Rocca Flea, così denominata dal torrente Fleo (viene dal greco  Flebus: vena d’acqua) e che domina il sottostante abitato medievale.

Nota anticamente con il nome di Tarsina o Tagina, la romana Tadinum, che si trovava più in basso rispetto a l’attuale cittadina ed intercettava la via consolare Flaminia, viene distrutta dai goti di Alarico nel 400, quando era già sede di un vescovato. Nel 552, il suo territorio è il teatro della famosa battaglia di Tagina, dove il bizantino Narsete sconfigge definitivamente i Goti di Baudela, detto Totila. Con l’arrivo dei Longobardi, la cittadina passa a far parte del Ducato di Spoleto e nel 996 viene nuovamente distrutta dalle truppe dell’imperatore Ottone 3°.  La città, che nel frattempo ha assunto la nuova denominazione di GUALDO (dal tedesco antico gwald: luogo boscoso), viene ricostruita definitivamente, nel 1237, dopo alterne vicende, sull’attuale sito (colle S. Angelo) sotto la protezione di Federico 2° di Hohenstaufen (Rocca). Ricordata per la multisecolare attività di fabbricazione della ceramica, la città viene contesa successivamente fra GUBBIO e PERUGIA, passando quindi sotto il dominio perugino, per poi confluire nello Stato della Chiesa.

Alle ore 10.00 in punto, ha avuto inizio, accompagnati dalla Dottoressa Catia MONACELLI, la visita alla Rocca federiciana, che ospita il bellissimo Museo Civico con opere di grandissimo interesse.

La struttura che si ammira oggi è il risultato dell’ingrandimento della vecchia fortezza del 1240 con la costruzione, nel 1350, del cassero con lo stemma del grifo perugino, del perimetro attuale costruito entro il 1400 e l’addizione Del Monte nel 1500, ovvero la struttura distinta fatta costruire come residenza dal legato pontificio, cardinale Antonio CIOCCHI DEL MONTE. L’infrastruttura è stata sede dei Legati e poi dei Commissari pontifici fino al 1798 e durante questo periodo le torri della rocca sono state adibite a carcere laicale, utilizza rimasto anche dopo la restaurazione pontificia: dal 1817 come carcere correzionale per “donne di malcostume” e dal 1888, come carcere mandamentale.

La visita ha avuto inizio dalla Palazzina del Monte che ospita la parte archeologica del Museo, che ospita, fra i numerosi reperti, un bellissimo sarcofago in marmo bianco del 2° secolo. Nel primo piano della Palazzina il gruppo ha potuto ammirare la sala di rappresentanza, adattata oggi a sala multimediale, con un soffitto con pianelle in terracotta del 1520 circa (con stemma del cardinale Del Monte: monte di tre cime all’italiana) ed fregio ad affresco del 16° secolo, con motivi a grottesche intervallate da medaglioni di personaggi storici illustri.

La presenza nella sala di due piatti incorniciati alle pareti (stemma di Gualdo Tadino e la bottega di Matteo da Gualdo della fabbrica di Paolo Rubboli), ha fornito alla nostra guida lo spunto per parlare della specificità della ceramica gualdese, il lustro, una speciale lavorazione con oro e rubino dai tipici riflessi.

Il pezzo di maggior rilievo della Palazzina è rappresentato dalla Croce Dipinta del cosiddetto Maestro di Gualdo, della metà del 13° secolo. Si tratta di una croce pensile, derivata dall’iconografia bizantina, con la figura Cristo Patiens (sofferente) e con le figure della Madonna, di S. Giovanni e di S. Francesco. Di particolare interesse è stata la descrizione da parte della nostra dotta guida della struttura lignea di sostegno (carpenteria) della croce dipinta e dalla funzione devozionale della rappresentazione del sangue che zampilla dalla figura del Cristo, versato per la redenzione degli uomini. Nella stessa sala ci è stato evidenziato il ritratto di un illustre personaggio gualdese, Castore DURANTI, medico pontificio, poeta e botanico, di cui si conserva un Herbario Novo del 1609, stampato in Germania, un trattato di botanica applicato alla medicina con circa mille belle xilografie.

Nella fase seguente della visita, il gruppo, passato nella struttura della vecchia fortezza, è salito attraverso una scala a triangolare all’ultimo piano della struttura per ammirare le opere più importanti della collezione. Dopo una tavola lignea delle Storie di Cristo degli inizi del 15° secolo, attribuita ad un certo Giovanni di Corraduccio di Foligno, la nostra guida si è soffermata sul polittico con predella del Maestro di Fossato, anch’esso degli inizi del 15° secolo, nel quale, in particolare, è ritratta l’effigie del 1° vescovo di Gualdo: S. Facondino. Poi la guida si è concentrata sulle opere del gualdese Matteo di Pietro di Ser Bernardo più noto come Matteo da Gualdo (1435-1507), un artista che ha avuto negli ultimi tempi una notevole rivalutazione. Fra le opere, presentate con grande dovizia di dettagli, vale la pena ricordare: il “falso trittico” della Madonna in trono fra santi e sante del 1463, che appartiene alla prima fase del maestro e che evidenzia il gusto dei particolari decorativi e la presenza di figure simboliche ed attribuiti della Madonna (trono, drago ammansito, angeli, rose, garofani, vaso, corallo, mela, ecc.); il trittico (tempera su tavola) con predella della Madonna col Bambino e santi, dove viene rappresentato il Bambino con il globo in mano, simbolo del Salvator Mundi e due angeli con una candela ai piedi della Madonna, come simbolo di luce; la tempera su tavola dell’Annunciazione, un lavoro che evidenzia l’evoluzione avuta da Matteo nella sua impostazione, rispetto agli schemi precedenti arcaici del semplice portico in primo piano; L’Albero di Jesse, dove l’albero in questo caso termina con la Madonna e nasce da Adamo ed il terreno su cui è adagiato il capostipite dell’umanità contiene riferimenti simbolici all’Immacolata; il trittico della Madonna col Bambino in trono e santi, del 1477, dove nel pannello di sinistra, sono ritratti S. Secondo e S. Antonio abate, è stato riprodotto un bel cinghialetto con la cinta toscana, proprio come quello dello stemma del Reggente.

Nella sala si trova inoltre un’opera del figlio di Matteo (Girolamo di Matteo da Gualdo) che illustra l’Incontro Gioacchino ed Anna alla porta Aurea di Gerusalemme , che prefigura la nascita della Madonna (riproduzione a diverse dimensioni di quella conservata presso la Pinacoteca Comunale di NOCERA UMBRA). La nostra guida non ha mancato di sottolineare che Matteo da Gualdo era a capo di una fiorente bottega della quale facevano parte suo figlio Girolamo e suo nipote Bernardo di Girolamo di Matteo.

Nella stessa area la nostra guida ci ha infine presentato un trittico di Antonio da Fabriano, rappresentante S. Anna con la Madonna fra i santi Gioacchino e Giuseppe e la bellissima tavola, vistosamente imbarcata, di Sano di Pietro che rappresenta l’Incoronazione della Vergine con angeli e beati. Particolarmente interessante per la decorazione della tavola, che risulta identica a quella esistente nella chiesa di S. Girolamo a Siena e per i due beati: quello di sx rappresenta Andrea di Paolo da Assisi, fondatore e 1° abate generale dell’Ordine del Corpo del Cristo (Congregazione successivamente fusa con l’Ordine degli Olivetani) e quello di dx Angelo da Gualdo.

Discesi di un piano, il gruppo si è quindi ritrovato nella Sala del Cardinal Giovanni Salviati, con eleganti porte in pietra e due lunette del 17° secolo del gualdese Valeriano Vittori oltre ad alcune tele, fra le quali il Miracolo di S. Diego di Avanzino Nucci, forse di origine gualdese, del 17° secolo. Da questa sala i partecipanti all’escursione hanno quindi raggiunto la sala del Polittico della Madonna in trono col Bambino e santi, sormontata dalla Pietà, una bellissima realizzazione del folignate Niccolò di Liberatore detto l’Alunno. Un’opera sontuosa, un capolavoro del museo, dalla composizione armonica e complessa, che dimostrano l’alto livello organizzativo e tecnico raggiunto dalla bottega dell’Alunno. L’opera è esposta in modo tale che i visitatori possano apprezzare l’importanza del lavoro di carpenteria e di incorniciatura. Le cinque parti del polittico vengono tenute insieme da quattro pilastrini e dietro il tutto viene sostenuto da traverse orizzontali, strette e lunghe, che tengono ferme le tavole fra loro, prevenendone la deformazione. Nella stessa sala trova posto un quadro che presenta una quattrocentesca “sacra conversazione” (Madonna col Bambino con S. Caterina e S. Giuseppe) di un pittore romagnolo, incorniciata in una struttura del 17° secolo.

Passati per una sala che mette in mostra sculture devozionali, il gruppo è quindi passato ad una vetrina che espone le uniformi settecentesche dei valletti comunali della città, per giungere quindi ad una sala dedicata alle ceramiche, dove in ampie vetrine sono esposti i modelli più significativi della ceramica gualdese, vasi decorativi, albarelli da farmacia e piatti decorati con personaggi o soggetti storici romani.

La parte finale della visita alla Rocca si è conclusa nel locale dell’antica chiesa della castello, dove sono ancora presenti vasti lacerti di affreschi della seconda metà del 14° secolo. Fra questi una Madonna in trono col Bambino e S. Giovanni Battista e soprattutto una rappresentazione del tutto originale della Trinità  con tre volti (il vultus trifons), artificio per spiegare il mistero della Trinità.

La chiesa nel 1700 viene sconsacrata per diventare luogo di accesso alla scala interna della Rocca, mentre nel 1550 circa il Cardinale Salviati fa costruire nel castello un’altra cappella dedicata a S. Giovanni Battista.

 

Al termine della visita i partecipanti all’escursione si sono rapidamente portati nella piazza comunale, dove hanno potuto ammirare la bellissima fontana pubblica in pietra del cardinale DEL MONTE, per il programmato incontro con il 1° cittadino: Dott. Massimiliano PRESCIUTTI.  Ricevuto dal Capo della Segreteria, dott. Luca COMODI, il Gruppo della Custodia è stato fatto accomodare negli scranni del Consiglio Comunale. La Sala del Consiglio, completamente rifatta dopo la distruzione del terremoto del 1997, è arricchita da medaglioni che raffigurano i personaggi illustri della città, mentre a lato della giunta fa bella mostra di sé il Gonfalone della città

L’incontro con il Dott. PRESCIUTTI è stato decisamente interessante e ci ha mostrato all’opera un esempio di una nuova generazione di amministratori (Il Sindaco ha 44 anni e guida un consiglio con una età media di 30 anni). Il 1° cittadino ci ha raccontato, con enfasi la storia della sua città e soprattutto le terribili vicende del terremoto del 1997, sopraggiunto proprio nel momento in cui si celebrava una delle più importanti manifestazioni della città: il Palio delle Contrade. L’esposizione del Dott, PRESCIUTTI ci ha fornito un quadro di una città di “montanari, tenaci e determinati, che hanno saputo trasformare il terremoto in un’opportunità di ripresa progresso e sviluppo della comunità, che conta oggi poco meno di 16 mila abitanti. E’ stato strutturato, in tale contesto, un interessante sistema museale, la sistemazione della Valsorda (vasto altipiano a 1400 metri di altezza che sovrasta l’abitato) per richiamare flussi turistici, che, insieme alla ceramica ed alle acque minerali (la fonte Rocchetta sgorga a poca distanza dal centro cittadino), costituiscono le principali risorse del Comune, oltre ad una nicchia biomedicale di elevato valore.

Al termine dell’intervento del 1° cittadino gualdese, ha avuto luogo, a seguire, la tradizionale cerimonia protocollare della sua investitura a Membro d’Onore della nostra Associazione, come anche del suo Segretario, dott. Luca COMODI e della signora Cinzia PASQUARELLI, artefici ed organizzatori dell’incontro, nonché della Dott.sa Catia MONACELLI, responsabile del Polo Museale cittadino.  La cerimonia è stata quindi suggellata da uno scambio di omaggi: il Dott. PRESCIUTTI ha voluto offrire in omaggio ai partecipanti un libro commemorativo sul terremoto del 1997 ed un CD sulla città mentre la Custodia ha dato al Sindaco il Crest e la cravatta dell’Associazione ed alcuni libri per la Biblioteca Comunale. L’incontro è stato infine suggellato da una simpatica foto ricordo di tutti i partecipanti fra i banchi del Consiglio Comunale e dalla consegna di un Diploma di “amicizia” da parte del Comune.

Dopo la cerimonia tutti i partecipanti hanno continuato nella visita della città e si sono portati nella vicinissima ex Chiesa di S. Francesco, riadattata a museo e sala esposizioni. L’edificio, edificato alla fine del 13° secolo costituisce uno splendido esempio di arte devozionale legata all’ordine francescano, aveva un chiostro che è stato abbattuto per far posto all’attuale Piazza antistante il Comune e presenta alle pareti una interessante serie di affreschi del 14° e 15° secolo: in particolare una Dormitio Virginis di un pittore umbro de 14° secolo ed una serie di opere di Matteo da Gualdo, quali: una Crocefissione nell’abside ed una Madonna col Bambino e S. Francesco nella parete sinistra ed un'altra Madonna col Bambino (la più antica opera conosciuta del maestro gualdese) sul pilastro fra la 1^ e la 2 Cappella.

La fase seguente ha interessato la visita al poco distante Museo Regionale dell’Emigrazione, allocato dal 2003 nell’ex Palazzo del Podestà e che costituisce una vera sorpresa. Il Museo documenta con materiali filmati, audiovisuali e produzione libraria, il fenomeno dell’emigrazione umbra nel periodo che va dalla fine del 1800 sino alla metà degli anni 1950, in un contesto migratorio italiano che ha interessato più di 27 milioni di persone. In questo contesto l’incidenza della popolazione umbra, inizialmente trascurabile, assume agli inizi del 1900 e fino al 1913 un certo peso, specialmente dall’area della fascia montana appenninica. Il Museo diviso in tre sezioni, una per ogni piano della struttura, raccoglie centinaia di documenti, immagini e testimonianze provenienti da tutta l’Italia  e documenta tutte le fasi tipiche vissute dalla vita degli emigranti nella loro nuova patria di adozione, marcate da vittorie e sconfitte e sempre con uno spirito di integrazione, che purtroppo molti filoni della moderna emigrazione nel nostro paese non mostrano di accettare o di volere. Interessante per il nostro Gruppo la sezione dedicata ai minatori ed a S. Barbara, la loro patrona e la parte dedicata alle associazioni di emigrati umbri nel mondo.

Il momento successivo, tenuto conto della fame incombente e della stanchezza affiorante ha riguardato una simpatica iniziativa della Dott. MONACELLI: mentre alcuni si sono recati in un vicino forno per ordinare una “pizzata generale”, la maggioranza dei partecipanti, i più in forma, hanno effettuato l’ultimo punto del programma gualdese, risalendo l’erta cittadina, per andare a visitare il Museo Opificio RUBBOLI. Allestito negli antichi locali ottocenteschi dell’opificio, il museo presenta un’importante collezione di maioliche a lustro della fabbrica Rubboli che vanno dal 1878 agli anni 1960 del novecento. In effetti Paolo RUBBOLI nato in provincia di Pesaro nel 1838 e morto a Gualdo nel 1890, è il personaggio che ha introdotto a GUALDO TADINO la pratica della maiolica a lustro oro e rubino di tradizione mastrogiorgesca (il famoso vasaio eugubino Mastro Giorgio).

IL gruppo della Custodia, accompagnato da Maurizio TITTARELLI RUBBOLI, discendente del fondatore, ha seguito il percorso museale che comprende 4 stanze (che corrispondono alle fasi produttive della manifattura) ed il locale delle “muffole”, antichi forni risalenti al 1884, utilizzati per ottenere, attraverso una terza cottura con fumo di ginestra, i tipici lustri oro e rubino. Le muffole del museo risultano identiche a quelle illustrate da Cipriano PICCOLPASSO nel 1558 nel suo celebre trattato de “Li tre Libri del Vasaio”.

La 1^ Sala è quella della Foggiatura; la 2^ è quella della Formatura, la 3^ è quella della Fornace; la 4^ quella della Smaltatura, mentre l’ultima sala, quella delle Muffole, è detta anche Sala del Riverbero.

In effetti, nei forni a muffola avveniva la terza cottura, o terzo fuoco, per ottenere, attraverso la combustione di fascine di ginestra, l’atmosfera riducente consentiva la produzione di lustri in oro e rubino.

Particolarmente interessante è il fatto che dal Museo Opificio Rubboli di GUALDO TADINO verranno prese due ceramiche che andranno a rappresentare lo specifico settore per l’Umbria presso l’EXPO 2015 di MILANO.

Al termine della impegnativa visita di GUALDO TADINO, lo “spossato” Gruppo della Custodia ha potuto beneficiare di una “pizzata mista” (bianca, con le cipolle e margherita) nei locali e con beveraggi, messici generosamente a disposizione dalla Dott.sa MONACELLI.

 

Verso le ore 15.00, i partecipanti all’escursione, recuperate le autovetture in cima alla città, nei pressi della Rocca, si sono incamminati lungo la via Flaminia per raggiungere NOCERA UMBRA, località già visitata nel corso di una escursione del giugno 2006 e trovata allora completamente in rovina a seguito del terremoto del 1997. Lasciate le autovetture al parcheggio all’ingresso della città, il Gruppo della Custodia, ha attraversato la Porta Nuova (porta del 1400 della 2^ cerchia di mura, di cui rimane ben poco perché abbattuta nel 1929 per facilitare il movimento delle autovetture).  Incamminatisi lungo l’ombreggiata piazza Umberto 1°, i partecipanti hanno raggiunto l’antica porta urbica di S. Francesco, del 1200, ai cui fianchi ci sono due antiche fontane, con targhe, che ricordano al turista la ricchezza della città: le sorgenti di acque minerali curative (fra le quali la famosa Sorgente Angelica o meglio conosciuta come Acqua di Nocera). Entrati nel borgo storico ed imboccato, in salita, il corso Vittorio Emanuele, i partecipanti avrebbero voluto ammirare una particolarità della cittadina, il famoso porticato S. Filippo, purtroppo ancora chiuso al pubblico per lavori. Proseguendo la salita lungo il corso il Gruppo, costeggiata l’antica chiesa di S. Francesco e raggiunta Piazza Caprera o del Comune, ha imboccato l’erta di San Rinaldo (patrono della città) per giungere sulla cima del cosiddetto Colle dei Frati, dove si trova il duomo e la Torre dei Trinci o del Campanaccio, simbolo della città ed elemento residuo della possente storica Rocca (arx fortissima) che si ergeva sul colle fin dal sec 11°. Complessivamente i partecipanti hanno respirato un’atmosfera di una città ricostruita per buona parte, ma il cui tessuto sociale appare ancora duramente colpito: nessuna attività aperta nel borgo storico, nessuna animazione, complessivamente ancora un senso di vuoto.

Ammirato dalla cima del colle il bellissimo panorama sulla sottostante Valtopina, il Gruppo è quindi ritornato su suoi passi in Piazza Caprera, dove ha potuto visitare la riaperta Pinacoteca Comunale, allocata nella ex chiesa di S. Francesco, del 1300, ed affrescata fra il 15° ed il 16° secolo da Matteo di Pietro da Gualdo. Nella Pinacoteca risultano esposte opere provenienti dal Duomo della città e dal territorio limitrofo, fra le quali :

un crocefisso ligneo del 1200 di anonimo umbro; una Madonna col Bambino attribuita al senese Segna di Bonaventura; una Madonna in adorazione del Bambino e santi, bellissimo polittico di Niccolò di Liberatore detto l’Alunno (l’autore del polittico di Gualdo), Incontro di sant'Anna e san Gioacchino alla Porta Aurea di Gerusalemme, di Matteo di Pietro da Gualdo (originale da cui è stato riprodotto quello della Rocca Flea di Gualdo); Sant'Anna e la Vergine, affresco di Girolamo di Matteo di Pietro da Gualdo; Santa Barbara e veduta di Nocera, tela di Bernardo di Girolamo di Matteo da Gualdo, nipote del più celebre Matteo. Inoltre tra gli affreschi della vecchia chiesa è stata individuato un altro interessante affresco dedicato a S. Barbara.

Ritornati alle autovetture, i partecipanti all’escursione hanno quindi ripreso la strada per ASSISI e per le ore 20.00 si sono ritrovati presso l’Hotel VILLA VERDE di ASSISI, per la prevista cena.

 

Domenica 22 marzo 2015

Nella mattinata, intorno alle ore 08,30, la massa dei partecipanti alla Assemblea Annuale sono saliti in ASSISI e dopo aver lasciato, come previsto e grazie al permesso comunale, il rispettivo automezzo sulla Piazza Inferiore di S. Francesco, hanno raggiunto a piedi la Piazza del Comune, per la prevista visita al Foro Romano di ASSISI. Preliminarmente, guidati dal Reggente, i partecipanti hanno potuto visitare due monumenti cittadini, normalmente chiusi al pubblico ed in particolare la chiesetta di S. Paolo, della Confraternità di S. Rufino e quella della Confraternità di Santo Stefano. Entrambe le strutture risultavano aperte per le giornate del FAI. Di particolare interesse la chiesetta di S. Paolo, dell’anno 1000, che ha marcato la vita di S. Francesco, poiché in tale chiesa S. Francesco ha interrogato per tre volte il Vangelo nel momento della sua conversione. Di particolare interesse il gonfalone della Confraternita che rappresenta il martirio di Rufus (Rufino), il 1° vescovo della città e nel quale vi è rappresentato l’aspetto di Assisi prima della costruzione della basilica di S. Francesco.

In ogni caso, allo ore 10.00 in punto, il Gruppo ha iniziato la visita dei locali del Foro Romano, che era stata preceduta da una spiegazione storica e topografica, da parte del Reggente, sulla Piazza del Comune. La città di ASSISI, in epoca romana, era caratterizzata, a causa della costruzione in luogo scosceso, da una serie di terrazze digradanti, collegate fra loro da rampe e scalinate. Va sottolineato il fatto che ASSISI era un luogo di riferimento religioso già al tempo degli UMBRI ed anche al tempo dei Romani, per il fatto di trovarsi circa 23° gradi e 30’’ di latitudine, esattamente come l’inclinazione dell’eclittica della terra. Di fatto, il Foro Romano di Assisi si trova oggi circa 4 metri più in basso del pavimento dell’attuale piazza comunale ed il dislivello esistente è stata la conseguenza della ricostruzione medievale della città sopra le macerie e le devastazioni provocate dalla distruzione di ASSISI da parte dei Goti del re Totila.

La visita ha avuto inizio dal locale dell’antica cripta della antica chiesa di S. Nicolò dell’11° secolo, dove sono raccolti una serie di reperti provenienti dalla città o dai luoghi limitrofi e che consistono in un lapidarium (fra cui quella di un legionario assisano morto in giovane età) ed  in una serie di urne cinerarie. Dalla cripta il Gruppo è quindi passato, attraverso un camminamento sospeso e ben illuminato, nel Foro Romano vero e proprio, riconoscendo l’antico lastricato, il muro di sostegno e gli accessi al sovrastante Tempio di Minerva, il luogo dove sedevano i magistrati della città nelle udienze pubbliche, la base con iscrizione del monumento posto al centro del Foro, dedicato ai numi tutelari della città Castore e Polluce, le numerose lapidi che fanno riferimento alla Gens assisana dei Properzi, dai quali deriva il poeta elegiaco romano PROPERZIO, le fontane pubbliche del foro ed il lato con colonnato delle attività commerciali. In fondo al percorso di visita che giunge sotto il Palazzo Comunale della città, i partecipanti hanno potuto ammirare alcune statue provenienti dall’arredo pubblico del Foro in epoca romana, fra di essi la statua marmorea, acefala e seminuda, probabilmente di un imperatore in posa eroica, la parte inferiore di una statua femminile seduta e la importante statua acefala del togato, che un nostro confratello, (Avv. Arcangelo PAPI) con convincenti argomentazioni, ha da tempo attribuito ad Augusto e che il mondo accademico non ha ancora “digerito”. Il tutto è stato completato di un utilissimo e ben realizzato audio visuale che fornisce ai visitatori la ricostruzione in 3D del Foro al tempo di ROMA.

 

Dopo la visita al Foro, i partecipanti all’Assemblea sono discesi verso la basilica di S. Francesco, per portarsi al Palazzo GIACOBETTI VALLEMANI, sede dell’Assemblea (il palazzo nel seicento ha ospitato per un certo periodo la regina Cristina di Svezia). Guidati dal Reggente il Gruppo è entrato nei locali della Pinacoteca Comunale di ASSISI, piano nobile del Palazzo, dove sono custodite numerose opere di artisti assisani e che presenta delle belle volte affrescate. Fra le opere ammirate hanno attirato l’attenzione di visitatori la bella Madonna dei Raccomandati e l’episodio di S. Giuliano che uccide i propri genitori. Il Gruppo ha quindi raggiunto la Sala degli Sposi - meravigliosamente affrescata ed oggi sala civile privilegiata di matrimoni da parte del Sindaco - gentilmente concessaci per le nostre esigenze. La Sala degli Sposi,  fino a qualche anno fa, costituiva il cuore della Biblioteca Comunale, trasferita al piano superiore del palazzo. A questo punto, per motivi tecnici e per la temperatura alquanto rigida esistente nella sala, il Reggente ha messo in atto per l’Assemblea il piano B, predisposto grazie al fondamentale concorso dell’amico Carlo ANGELETTI, Presidente dell’Associazione assisana “FORTINI”. In effetti i partecipanti sono ridiscesi al piano terra del Palazzo per entrare nei locali della associazione, dove hanno potuto usufruire delle infrastrutture della grande sala TV per la celebrazione ufficiale dell’Assemblea, che ha avuto inizio per le ore 11,45.

La scaletta della relazione del Reggente Generale prevedeva, da Statuto, i seguenti argomenti:

Considerazioni Generali e provvedimenti necessari;

Proclamazione dei risultati delle elezioni delle cariche sociali in scadenza

Bilancio consuntivo al 31 dicembre 2014;

Stato della Custodia

Iniziative intraprese ai fini della concretizzazione dei fini statutari

Concorso alle Celebrazioni per il Centenario dell’Artiglieria Contraerei Italiana

Attività svolte nel periodo considerato.

Varie

 

La relazione, approvata dall’assemblea, si è conclusa intorno alle ore 12.45 ed i partecipanti hanno quindi ripreso, nella vicina Piazza inferiore di S. Francesco, le rispettive autovetture per raggiungere la località prevista per la tradizionale conviviale. Di fatto, la nostra gita di tre giorni in UMBRIA si è quindi conclusa alle ore 13,30, con la tradizionale conviviale di chiusura, che ha avuto luogo presso il Ristorante “LA ROCCA di Via Perlici ad ASSISI (meglio conosciuto in città come “da Magna e Dorme”), dove, in una atmosfera di grande allegria, il Gruppo della Custodia ha dovuto dare ampia dimostrazione della sua “notevole e prolungata resistenza” a tavola. Stavolta si trattava di affrontare nuovamente, “senza minimamente flettere”, un menù tipicamente umbro che prevedeva:

un antipasto tipico umbro, composto da prosciutto e barbozza di maiale, accompagnato da sapidi pezzi di torta al testo con verdura cotta e coratella di agnello;

un bis di primi fra i quali: delle squisite caramelle alla ricotta ed erbe con tartufo e delle tagliatelle con sugo alle rigaglie di pollo;

secondo misto di tagliata su un letto di rucola ed arista avvolta nel guanciale;

contorno di patate fritte e insalata;

semifreddo al pistacchio e ciocolato;

caffè ed ammazzacaffé.

Al termine della giornata, intorno alle ore 16.30, dopo i tradizionali saluti di rito, tutti i partecipanti sono quindi rientrati alle rispettive abitazioni. Alcuni prima di partire, hanno approfittato per effettuare una visita alla vicina sede della Confraternita di S. Vitale (2° vescovo di Assisi), aperta anch’essa in occasione della giornata del FAI. Al di là dell’interesse specifico, la passeggiata ha consentito di ammirare dei bei panorami sulla città in quanto la struttura risulta ubicata nella parte più alta e più antica della città.

 

Prima di chiudere questo mio lungo scritto, che, come sempre e senza grande successo, mi sono sforzato di “contenere”, mi corre l'obbligo di indirizzare, a nome di tutti partecipanti, un grazie speciale al signor Luca SAMBUCO, per il suo fondamentale contributo per la visita alla sua fabbrica di ceramiche, al Dott. Luca COMODI alla dott.sa Catia MONACELLI ed al Sindaco, Dott. Massimiliano PRESCIUTTI, per la interessantissima visita alla città di GUALDO TADINO, al Sindaco di ASSISI, Dott. Claudio RICCI, per l’accesso al Palazzo GIACOBETTI VALLEMANI ed alla PINACOTECA COMUNALE di ASSISI ed all’amico Carlo ANGELETTI, per averci generosamente concesso l’utilizzazione dei locali dell’Associazione FORTINI. Un doppio e meritatissimo grazie va stavolta al nostro attivissimo tesoriere, Leandro DOMENICI, al quale dobbiamo la gravosa incombenza di tenere a giorni i nostri conti ed al Maresciallo Sebastiano GRECO ed il Dott. Anacleto BUSA’, per il loro contributo fotografico.

Da ultimo, ilmio personale ringraziamento va a tutti i partecipanti all’Assemblea Annuale, per avermi consentito ancora una volta di vivere, “in fratellanza d’intenti”, tre bellissime giornate in Umbria e di trascorrere insieme delle ore interessanti sotto l'aspetto culturale e gastronomico, in un atmosfera di serena allegria, di giusta spensieratezza e di arricchimento personale.

 

Massimo IACOPI, Reggente

 

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